
Nel Padel spesso non basta allenare il proprio fisico per raggiungere gli obiettivi prefissati, entra allora in gioco il Mental Coach, un professionista in grado di aiutare l’atleta a trovare le risorse mentali dentro di sé
Molte persone pensano che gli atleti migliori siano quelli più preparati fisicamente, tecnicamente e tatticamente.
La verità è che questo tipo di preparazione è tanto fondamentale quanto incompleta: infatti un atleta di Padel che non si prepara mentalmente alla gara manca di un pezzo importante in vista della propria performance.
Il padel è uno sport relativamente recente, relativamente semplice da apprendere, almeno nei fondamentali, e questo lo rende sempre più popolare.
Tuttavia chi lo pratica seriamente, professionista o amatore che sia, non può prescindere da un buon allenamento mentale.
Tutti i giocatori hanno sperimentato partite ricche di emozioni forti come ansia, stress e rabbia ma anche gioia, euforia e sorpresa.
Queste emozioni forti, per quanto possano essere piacevoli o spiacevoli, hanno una cosa in comune: vanno gestite.
Il Mental Coaching nel Padel diviene quindi fondamentale, come in qualsiasi altro sport.
Quanto cambia una prestazione in base a quello che diciamo o non diciamo a noi stessi? Forse non ti sei mai fatto questa domanda, ma adesso pensaci un attimo:
il 20%? Il 50%? Il 75% forse?
No, la prestazione sportiva cambia al 100% in base a quello che ci diciamo (o non ci diciamo) e non solo.
Gli stati d’animo non produttivi si ripercuotono sulla nostra struttura muscolare: uno stato di tensione o di preoccupazione ad esempio genera tensione nei muscoli, talvolta piccole scariche di tensione che il giocatore non percepisce nemmeno ma che compromettono la sua efficacia nel gioco e contribuiscono ad aumentare gli errori.
Altrettanto insidiose sono le credenze che tutti noi abbiamo, e che per un atleta possono essere tanto deleterie da compromettere la performance.
Entrare in campo con una credenza limitante, di cui magari non si è consapevoli, è come correre una maratona con uno zaino pieno di pietre sulle spalle: magari si vince comunque, ma è davvero necessario fare tutta quella fatica? Chiaramente no.
Come disse Timothy Gallwey, pedagogista di Harward, esperto giocatore e istruttore di tennis e inventore del Coaching:
“l’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte della rete.” E io aggiungo… per sconfiggerlo è fondamentale dedicare una parte della propria preparazione all’allenamento mentale.
Mi chiamo Cristina Molinari, appassionata giocatrice di Padel e Sport Mental Coach.: autrice della tesi “il Mental Coaching nel Padel” e allieva di Mara Bellerba – performance coach, attualmente protagonista della serie “La mente nel Pallone – Performance” in onda su Dazn, mentore e guida nel mio percorso e di Lorenzo Marconi, performance coach.
La passione per il Padel unita a quella per il coaching mi hanno spinta a specializzarmi come Padel Mental Coach: una figura professionale nuova e assolutamente indispensabile oggi per i giocatori professionisti o amatori che siano.
Insieme a Mr. Paddle Padel ho il piacere di sviluppare questa rubrica dedicata all’aspetto mentale del Padel affinché sia sempre più conosciuto, approfondito e allenato fuori e dentro al campo.
Buon padel a tutti
Cristina Molinari – Carlo Ferrara
